
Colpa del GPS? - www.FlopGear.it
Sembrava che stesse solo seguendo gli “ordini” del navigatore GPS. Invece è finita in tragedia.
Un grave episodio di pericolosa disattenzione durante la guida ha richiamato nuovamente l’attenzione sull’uso consapevole delle applicazioni di navigazione. Un uomo ha percorso ben 46 chilometri contromano in autostrada, seguendo ciecamente le indicazioni fornite da un’app di navigazione, mettendo a repentaglio la propria vita e quella degli altri utenti della strada. Questo caso drammatico è al centro di uno studio recente che mette in guardia sull’affidabilità e l’interpretazione delle informazioni fornite da strumenti come Google Maps, Waze e Apple Maps.
Secondo la ricerca condotta da esperti della Northwestern University, dell’Università del Minnesota e dell’Università di Brema, le app di navigazione, seppur diffuse e molto utili nel quotidiano, non sono infallibili. Il lavoro scientifico ha analizzato ben 158 incidenti in cui i conducenti hanno attribuito la responsabilità ai navigatori digitali. Il dato più allarmante è che nel 57% di questi episodi si è verificato un incidente stradale. Tra questi, il 32% ha riguardato collisioni con un singolo veicolo, mentre il 17% ha coinvolto più veicoli contemporaneamente. Solo l’8% degli incidenti ha coinvolto pedoni o ciclisti, ma è comunque significativo.
Un altro aspetto preoccupante riguarda il fatto che nel 20% dei casi conducenti e passeggeri si sono ritrovati isolati o bloccati, come nel famoso episodio di un’automobile finita su una scalinata dopo aver seguito erroneamente Google Maps. Inoltre, nel 16% dei casi l’app di navigazione ha indirizzato verso destinazioni sbagliate, mentre in un 4% i guidatori hanno imboccato direzioni errate senza correzioni tempestive.
Mai fidarsi di un’app
Nessuna applicazione di navigazione consiglierebbe mai di entrare in autostrada contromano, ma è fondamentale interpretare correttamente le indicazioni soprattutto in situazioni di strade parallele o complessi sistemi viari. I dispositivi digitali, infatti, possono commettere errori di calcolo o segnalare percorsi non idonei, soprattutto in presenza di lavori, deviazioni o segnaletica temporanea.

Lo studio mette in evidenza come, nonostante la diffusa colpa attribuita ai navigatori, la responsabilità ultima rimane sempre del conducente. È indispensabile mantenere un livello di attenzione critica e non affidarsi in modo passivo alle indicazioni fornite dagli strumenti, che devono essere considerate un supporto e non una guida assoluta.
I numeri dello studio sottolineano anche che nel 28% degli incidenti analizzati le conseguenze sono state fatali, mentre in un terzo dei casi si sono verificati danni a veicoli o proprietà. Solo nel 25% degli episodi non ci sono state ripercussioni gravi, ma ciò non deve abbassare la guardia. L’episodio dei 46 km percorsi contromano rappresenta una drammatica dimostrazione di quanto l’affidarsi senza riflettere ai navigatori possa trasformarsi in una trappola mortale. La tecnologia, seppur avanzata e utile, necessita di un utilizzo consapevole da parte degli automobilisti per evitare tragedie e incidenti che potrebbero essere evitati con un semplice controllo e buona prassi al volante.