L’elettrico è già il passato l’Europa è pronta ad affrontare l’avanzata cinese con il nuovo carburante.
L’industria dei motori non può più prescindere dalla sostenibilità ambientale, muoversi per ridurre i tassi di inquinamento delle automobili è diventata per tutti una assoluta priorità. Molti hanno scelto di farlo puntando sulle automobili elettriche, che oggi sono certamente la strada preferite dalla maggior parte delle case automobilistiche (e delle istituzioni, che stanno facendo il possibile per incentivare all’acquisto delle auto a zero emissioni e aiutare la crescita della domanda).
Su questo fronte però i problemi non mancano di certo. Le auto elettriche faticano a convincere, molti sono ancora perplessi e scelgono ancora di acquistare auto a diesel o benzina. Le motivazioni principali sono il costo maggiore delle auto elettriche, e i limiti legati all’autonomia della batteria e alle tempistiche di ricarica. Per questo molte aziende stanno iniziando a cercare altre strade che possono rappresentare una alternativa credibile all’elettrico.
Per le aziende europee i motivi per investire in nuovi soluzioni non si limitano a quelli elencati in precedenza. La Cina ha infatti preso il largo per quanto riguarda la produzione di auto elettriche. La leadership nelle materie prime necessarie alla costruzione delle batterie, gli aiuti statali e i costi minori di produzione fanno si che il paese del dragone parta nettamente avvantaggiato quando si tratta auto elettriche. Non è un caso che la principale rivale del colosso Tesla sia proprio la cinese Byd. Le aziende europee partono nettamente indietro, per questo come detto è necessario correre ai ripari
L’Unione Europea ha fatto discutere per l’intenzione di fermare entro il 2035 la produzione di automobili a motore a combustione. Le polemiche non sono mancate: dalle domande sul futuro delle aziende alle difficoltà della domanda per l’elettrico, per non parlare del fatto che, in ogni caso, le auto a diesel o benzina continuerebbero comunque a circolare (e inquinare) anche dopo quella data.
Sin da subito l’idea degli e-fuel, carburanti ecologici e non inquinanti, è parsa una strada su cui valesse la pena investire. Un modo per “evitare” l’elettrico (e il vantaggio accumulato della Cina) e tutelare l’ambiente senza dire addio ai motori a combustione. Un win-win, insomma, per l’ecosistema, le aziende e i consumatori. L’Unione Europea ha aperto su questo fronte, ma l’ostacolo maggiore sembra essere quello dei costi in previsione piuttosto importanti che avranno gli e-fuel.
Nessuno sa con precisione quanto costeranno, anche se gli esperti sembrano tutti concordi nel predire che al momento è ipotizzabile un prezzo ben superiore rispetto a quello di diesel e benzina, e certamente anche delle ricariche elettriche.
C’è chi è piuttosto pessimista in tal senso e ritiene che rimarrà un’alternativa destinata solo ai più ricchi. C’è chi però ritiene che, dopo un prezzo iniziale elevato, la situazione possa assestarsi. Fuel Alliance e Autobild pensano si possa arrivare presto a raggiungere i costi di diesel e benzina. Per Fuel Alliance nel 2050 gli e-fuel possono arrivare a costare fra 1,45 e 2,24 euro, mentre Autobild è addirittura più ottimista e ritiene che addirittura entro il 2026 si possa arrivare a 1,60 euro al litro. Insomma, l’Europa è pronta a prendere le contromisure e lasciare l’elettrico alle spalle.
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