Forse gli incentivi auto non sono la soluzione migliore per salvare il mercato. Emerge un dato molto preoccupante.
Secondo alcuni esperti in un mondo dove un’automobile costa ormai quanto un terzo del valore di una casa ci sono poche strade percorribili per consentire a più persone possibili – con l’intento di svecchiare il parco auto circolante – di comprarsi un’auto di nuova generazione, ibrida o elettrica che sia, convincendoli a rottamare le vecchie auto più inquinanti. L’acquisto a rate, un calo dei prezzi della costruzione delle vetture o gli eco incentivi.
Ormai da qualche anno paesi europei come Svezia, Inghilterra ed Italia fanno largo uso di queste misure, fondi milionari stanziati con l’intento di “premiare” chi decide di comprare un’automobile di nuova generazione abbattendo notevolmente il prezzo. Combinando questa offerta per chi riesce ad iscriversi al portale in tempo, sia chiaro, molte case produttrici possono vendere le loro vetture elettriche a prezzi molto contenuti.
Un esempio emblematico è la Citroen eC3 di Stellantis, con il prezzo calato da 20.900 a 8.900 € grazie anche all’offerta degli incentivi messi a disposizione dal Governo italiano. Ma questa strategia presenta un rischio – secondo MotorisuMotori – che qualche esperto ha già fatto notare. Se il prezzo di un bene scende così tanto, infatti, quali possono essere le conseguenze a lungo termine sul mercato? Non sono molto positive.
Allarme rosso, mercato a rischio crollo
La riflessione riportata sul portale e supportata anche da diversi esperti è chiara. Se i prezzi delle automobili crollano così tanto in dati momenti grazie agli incentivi, la percezione del cliente riguardo il valore ed il prezzo accettabile per un dato bene viene enormemente distorta. Come specifica l’autore della riflessione: “Da ora in poi, giacché i bonus sono finiti in sei ore, resta da capire come le concessionarie venderanno quelle macchine a 20.000 euro, se un istante prima le piazzavano a 5.000 euro”, un vero e proprio allarme rosso.

Mercato auto distrutto – www.FlopGear.it
Le aziende quindi rischiano di darsi la proverbiale zappa sui piedi, il tutto per tentare di andare incontro alla quota mensile di auto vendute che aumenterebbe il fatturato. A breve termine può funzionare, ma a lungo? Non c’è solo la questione economica poi a preoccupare gli esperti. Quattro anni fa anche Legambiente ammoniva che in realtà, l’uso di incentivi per tanti anni consecutivi non fa che aumentare il parco auto circolante, peggiorando il traffico.
Nel periodo successivo al Covid molti automobilisti italiani hanno beneficiato di Ecobonus dedicati anche ad automobili a motore termico con il limite di emissioni fissato a 135 grammi di emissioni di CO2, ancora troppe per pensare alla tanto agognata Carbon Neutrality che l’UE ricerca. La strategia degli ecobonus insomma ha tanti sostenitori ma anche importanti obiezioni, da considerare prima che queste nefaste previsioni si avverino.

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