Brutta notizia per il lavoratori della FIAT. Quello che sta succedendo purtroppo non è una novità per l’Italia
Prima di addentrarci nell’argomento è il caso di fare un breve riassunto degli avvenimenti che hanno di recente coinvolto il Gruppo Stellantis e il nostro Paese.
Era l’inizio di febbraio quando Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, attaccava l’esecutivo di Giorgia Meloni per via dell’adozione di una politica scellerata che anziché incrementare i bonus per l’acquisto di auto elettriche, li abbassava.
Buona parte degli EV di FIAT è stata finora realizzata nello Stivale. In particolare la 500 elettrica è stata di recente esportata anche negli Stati Uniti e i risultati, va detto, sono stati clamorosi con l’esaurimento del primo stock uscito dalle linee produttive in meno di una settimana.
Ebbene, a dispetto di questo exploit verso l’estero, in patria il mercato dell’elettrico sta soffrendo. Difficile individuarne la causa o forse neppure troppo considerato che il reddito medio da noi è ancora troppo bassi per potersi permette un’automobile full electric. La stasi nelle compravendite di modelli elettrici, tuttavia, non è l’unico problema che deve fronteggiare Stellantis in Italia. Ce ne è un altro sempre impellente.
Ci riferiamo a quanto sta avvenendo nello stabilimento di Mirafiori quello che, nell’epoca d’oro del marchio, sfornava automobili di tutti i tipi e per ogni genere di clientela e che oggi, invece, sta vivendo una situazione critica dal punto di vista occupazione.
I vertici Stellantis hanno infatti comunicato ai sindacati dei metalmeccanici la proroga della cassa integrazione fino al prossimo 20 aprile. Un colpo al cuore dei lavorati che si stavano dedicando alla nuova Maserati Granturismo e alla 500e e che si va a sommare alle sette settimane di fermo, o quasi, già imposte.
Stando a quanto riportato da Il Corriere della Sera, saranno 1200 gli operai coinvolti in questo ennesimo approccio stop&go. Sul comunicato ufficiale si legge che il provvedimento è stato preso per adeguare i flussi produttivi “al transitorio andamento della domanda di mercato“.
In sintesi, malgrado la pubblicità e gli investimenti nel marketing per far conoscere i nuovi modelli a zero emissioni, in Italia questi non convincono e non vendono, motivo per le far andare le catene di montaggio a pieno regime sarebbe un controsenso. Ciò ovviamente in attesa di tempi migliori che potrebbero arrivare già a maggio con gli Ecoincentivi.
Sotto questo fronte Luigi Paone della Uilm non nasconde la preoccupazione con un appello allarmato. “Ci attende un periodo complicato. Chiediamo alle istituzioni di accelerare un percorso che dia prospettive e futuro all’intero comparto automotive di Torino“, le sue parole.
Per Mirafiori, intanto, è arrivata un’altra brutta notizia. Sembra confermata, infatti, l’intenzione di Stellantis di spostare in Polonia, nello stabilimento di Tychy, la produzione delle Auto elettriche di Leapmotor, marchio cinese di cui Stellantis stessa detiene una parte della proprietà. La realizzazione dei modelli low cost di Leapmotor avrebbe potuto alleviare la crisi occupazionale ricorrente a Mirafiori.
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