La crisi interna a Nissan continua a fare vittime, nemmeno il CEO appena assunto Ivan Espinosa sembra sapere che pesci prendere.
Forse in questi mesi stiamo assistendo alla caduta di un vero colosso: l’azienda Nissan Motor, colloquialmente nota come Nissan, è uno dei marchi giapponesi più antichi e noti anche in occidente grazie ai suoi tanti modelli di successo. Attiva fin dal 1933, la casa giapponese approdò dapprima oltre oceano con il nome di Datsun, producendo compatte sportive dal costo molto contenuto.
Punti di forza del brand negli ultimi anni sono stati in effetti i suoi modelli low cost, prima tra tutte la Micra. Anche la tecnologia e l’estetica azzardata del brand con auto come la Juke, l’elettrica Leaf ed il SUV di successo Qashqai hanno contribuito massicciamente alla popolarità di questo marchio asiatico. Negli ultimi anni però, una strategia sbagliata ha messo in ginocchio l’azienda che rischia di non riprendersi più.
L’azienda ha perso ben 221,9 miliardi di Yen durante il primo semestre nell’anno fiscale 2025 che equivalgono a 1,25 miliardi di euro, un deficit gravissimo: la causa, secondo il nuovo CEO Ivan Espinosa subentrato ad aprile, è un’espansione eccessiva negli anni precedenti. Nissan pensava di vendere – e quindi produrre – una quantità di vetture che poi non ha commerciato ed ha puntato troppo in alto, scottandosi. E di conseguenza, arrivano tagli, chiusure e licenziamenti a valanga.
Tra tagli e licenziamenti, il futuro di Nissan è in bilico
La casa nipponica sta ricorrendo a misure estreme nel corso del 2025 per risollevare i suoi bilanci. Intanto, ha chiuso Oppama – storico stabilimento che chiuderà i battenti entro il 2028 – e Civac in Messico. A rischio anche vari stabilimenti in India ed Argentina, per un totale di 20.000 licenziamenti previsti nei prossimi anni. Una vera ecatombe di lavoratori.

Può la nuova gamma Nissan salvare il marchio dal fallimento? (Nissan) – www.FlopGear.it
Tutto parte del piano di rigenerazione dell’azienda Re:Nissan che ha l’obiettivo di far recuperare ben 200 miliardi di Yen all’azienda nei prossimi due anni. Se questo piano avrà successo, entro il 2026 il bilancio tornerà in positivo ma i sacrifici da fare sono davvero molti e l’ultimo è simbolicamente una sconfitta enorme per l’azienda. Si tratta infatti di vendere la sua sede centrale a Yokohama.
La decisione è drastica ma permetterà di incassare subito 97 miliardi di Yen, pari a quasi metà del denaro che Nissan deve recuperare per rimettersi in pari, ottenuti dalla società conterranea MJI Godo Kaisha che, a quanto pare, sarebbe pronta a riaffittare tale sede a Nissan. Una sorta di accordo che permetterà ai due colossi di guadagnare a lungo termine. Questo sempre postulando che Re:Nissan abbia successo, cosa in cui speriamo quantomeno per tutelare migliaia di altri lavoratori a rischio oltre che per la paura di perdere uno storico marchio automobilistico.

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