Un socio di maggioranza relativa cinese rappresenta una sfida significativa per Pirelli, specialmente in un contesto di tensione commerciale con gli Stati Uniti. La società, già colpita dai dazi imposti da Washington, deve ora affrontare le conseguenze di una nuova normativa americana che impone restrizioni sulla vendita e importazione di veicoli connessi che utilizzano tecnologie di aziende cinesi o russe. Questo tema sarà discusso nel consiglio di amministrazione di mercoledì, dedicato al bilancio 2024, mentre i dirigenti stanno già esplorando possibili strategie per affrontare la situazione. Nel frattempo, il titolo Pirelli ha subito un calo del 2,5%, scendendo a 5,75 euro.
In un momento in cui Pirelli sta concentrando i suoi sforzi sul mercato statunitense, ritenuto cruciale per i veicoli di alta gamma e i SUV, si sta considerando la possibilità di ristrutturare la governance aziendale. Questa ristrutturazione potrebbe includere maggiori restrizioni per Sinochem, il socio cinese, o addirittura un cambiamento nell’azionariato. Secondo gli analisti di Mediobanca, sebbene le nuove normative statunitensi non abbiano un impatto immediato sulle vendite di Pirelli, potrebbero costringere i principali azionisti della società a rivedere le loro strategie di governance. I piani di sviluppo del Cybertyre, un sistema innovativo che permette la comunicazione tra pneumatici e sistemi di controllo del veicolo, potrebbero essere messi a rischio. Attualmente, tale business rappresenta meno dell’1% del fatturato totale e non è incluso nei target del piano industriale.
Pirelli ha scelto di non commentare specificamente la questione, limitandosi a dichiarare che “la società si adeguerà alle leggi come ha sempre fatto in ogni Paese in cui opera”. Marco Tronchetti Provera, vice presidente esecutivo di Pirelli, ha recentemente sottolineato l’intenzione di effettuare investimenti significativi negli Stati Uniti per aumentare la capacità produttiva. Ha evidenziato la leadership dell’azienda nella tecnologia e nell’innovazione, insieme alla reputazione del brand, sostenuta dalla partecipazione nella Formula 1. Il CEO Andrea Casaluci ha aggiunto che gli Stati Uniti rappresentano oltre il 20% dei ricavi del gruppo, sebbene la produzione locale sia attualmente limitata.
Il mercato globale delle auto connesse ha mostrato segni di crescita significativa, con una valutazione di 96,2 miliardi di dollari nel 2024, secondo Imarc Group, una società di ricerca internazionale. Si prevede che questo mercato raggiunga i 284 miliardi di dollari entro il 2033, con un tasso di crescita annuale del 12,8%. Attualmente, il Nord America detiene una quota dominante, superando il 39,8% del mercato nel 2024. Questo contesto di crescita rappresenta un’opportunità per Pirelli, che deve però navigare le sfide legate alle nuove normative e alla sua governance.
Lo stabilimento di Pirelli in Georgia è caratterizzato da un alto grado di automazione, con una capacità produttiva di circa 400.000 pneumatici high-tech all’anno. La domanda per questi prodotti è alimentata principalmente dal Messico, con oltre il 50% delle forniture provenienti da lì, e circa il 40% dal Brasile e dall’Europa. La capacità di adattarsi a queste dinamiche di mercato sarà cruciale per il futuro di Pirelli nel settore automotive.
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