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Scandalo BMW, le auto non sono tedesche? Paura tra appassionati e clienti, accusa pesantissima

BMW potrebbe essersi immersa all’interno di uno scandalo di non poco conto. Cerchiamo di capire cosa sta succedendo.

BMW è un’azienda straordinaria. Un brand capace di costruire automobili favolose e al contempo motociclette altrettanto spettacolari. Non a caso, infatti, sono poche le società che possono aspirare a competere con il colosso tedesco delle due e delle quattro ruote. Il che non è affatto un caso.

BMW, accusa gravissima (flopgear.it)

Anche il marchio europeo in questione, però, ha le sue grane a cui pensare. La news che stiamo per approfondire, ad esempio, è più che mai allarmante.

BMW potrebbe essere infatti accusata di un qualcosa di molto grave e pericoloso per la sua intera produttività presente e futura. L’accusa che è andata a toccare l’azienda è davvero pesantissima, quindi è bene cercare di chiarire la questione nel migliore modo possibile. Onde evitare qualsivoglia tipo di strafalcione e, soprattutto, cercando di fare il quadro migliore possibile della vicenda.

BMW, che accusa: di cosa si tratta

Accusa notevole nei confronti di BMW da parte del Presidente della commissione finanze del Senato USA, che ha di recente dichiarato che sta espandendo le indagini sul costruttore tedesco, reo di aver adoperato componenti elettronici provenienti da un fornitore cinese vietato. Questo è solo l’ultimo trafiletto di una storia lunga almeno due anni, iniziata con un’indagine  prolungatasi per un biennio intero e che non sembra proprio avere fine. Lo scorso mese, Ron Wyden – senatore – aveva dichiarato di aver appreso che BMW aveva importato almeno 8.000 Mini Cooper dotate di componenti di un fornitore cinese vietato da una legge del 2021, trend continuato almeno fino allo scorso aprile.

BMW, accusa davvero grave (flopgear.it)

Il produttore sgradito è JWD, e la legge a cui si fa riferimento è la Uyghur Forced Labouyr Prevention Act (UFLPA). Fu realizzata per prevenire l’importazione di beni dalla regione cinese dello Xinjiang, che sembra siano prodotti con il lavoro forzato da membri del gruppo di minoranza degli Uiguri presenti nel Paese cinese. La Cina ha sempre negato accuse di questo tipo.

Sempre Wyden, in una lettera al CEO di BMW North America, Sebastian Mackensen, ha chiesto se il costruttore avesse completato l’esame della sua catena di fornitura per determinare se altri prodotti importati contenessero parti del fornitore cinese JWD. L’azienda europea ha già dichiarato a maggio di aver adottato misure per fermare l’importazione dei prodotti interessati. Vedremo come andranno a finire le cose, per quella che è una questione veramente serissima e che quindi non va assolutamente presa sottogamba.

Christian Camberini

Nato il 28 settembre a Cecina (Livorno), amo imparare, sperimentare e testarmi costantemente. Sono un sognatore. Mi piace scrivere di qualunque cosa, perché posso trasmettermi e trasmettere quello che mi piace fare. Per me non c’è testo che non si possa scrivere, perché come in ogni cosa, quando c’è volontà e passione, tutto si può fare e tutto è possibile.

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