L’eredità di Sergio Marchionne viene mandata in pensione: addio all’Italia. La decisione ha fatto discutere
L’impatto sull’industria italiana di Sergio Marchionne ha sicuramente pochi pari. Le idee e il fiuto imprenditoriale del dirigente hanno fatto in molti casi la fortuna del nostro paese. Certo, nel corso della sua lunghissima carriera non sono mancate anche le critiche di alcuni, ma è innegabile che abbia lasciato un marchio indelebile soprattutto nel mondo dei motori. Non è un caso che nel 2011 sia stato inserito dal prestigioso Time tra le 100 persone più influenti al mondo, e che sia stato per lungo tempo riconosciuto tra i dirigenti più validi su piazza.
Marchionne fu come ben noto fondamentale anche per la storia della FIAT, fu lui infatti a spingere l’azienda torinese verso la Chrysler e la creazione del gruppo FCA. Molti, dopo la sua prematura e improvvisa scomparsa nel 2018, si sono chiesti cosa sarebbe successo alla sua eredità. Da allora molte cose sono cambiate. Il mondo dei motori è entrato in un universo totalmente nuovo. E proprio in quest’ottica anche un altro prezioso “lascito” di Marchionne è stato abbandonato.
L’universo totalmente nuovo in cui ormai da qualche anno è proiettata la FCA è ovviamente quello di Stellantis. Il maxi gruppo ha però lo scorso anno preso una decisione che coinvolge anche quella che fu la rivoluzionaria decisione di Marchionne.
La FCA Italy, che per lungo tempo è stata un simbolo nel nostro paese, ha cambiato infatti nome. Stellantis Europe, questa la nuova denominazione scelta, ha mantenuto le caratteristiche, competenze, organizzazione della FCA Italy. Anche i contratti di lavoro dei dipendenti sono rimasti i medesimi. Si è trattato quindi puramente di una questione formale per “compattare” ulteriormente il gruppo Stellantis e avvicinare ulteriormente i tanti marchi sotto il controllo della holding al concetto di gruppo.
“Cade” in un certo senso, quindi, una delle maggiori eredità di Marchionne. Viene normale chiedersi quanto e come sarebbe stato diverso il futuro della FIAT con Marchionne ancora al comando. Considerando però che il dirigente fu tra i primi a capire la necessità di ampliare i propri orizzonti per sopravvivere nell’odierno mondo dei motori e a caldeggiare una FIAT più internazionale e aperta ad allargarsi anche tramite acquisti, accordi e partnership puntando ad una politica sempre più internazionale, magari la decisione dell’azienda non gli sarebbe dispiaciuta.
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