
Ieri, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l’introduzione di nuove tariffe sulle importazioni, colpendo in particolare Canada, Messico e Cina. Queste misure, che prevedono il 25% di dazi sulle importazioni dalla prima e dalla seconda nazione e il 10% sui prodotti provenienti dalla Cina, entreranno in vigore da martedì prossimo. Questa decisione rappresenta una sfida significativa per l’industria automobilistica americana, che si affida a componenti e veicoli provenienti da questi Paesi. Le prime reazioni sono cominciate ad arrivare, evidenziando preoccupazioni e divergenze di opinione rispetto a questa mossa dell’Amministrazione di Washington.
Reazioni del settore automobilistico americano
Matt Blunt, presidente dell’American Automotive Policy Council, ha espresso forti preoccupazioni riguardo ai nuovi dazi. Rappresentando colossi automobilistici come Ford, GM e Stellantis, Blunt ha sottolineato che i veicoli e i componenti che soddisfano i severi criteri imposti dall’USMCA dovrebbero essere esentati da queste tariffe. La sua posizione riflette un timore condiviso tra le aziende automobilistiche: i dazi possono aumentare significativamente i costi di produzione e compromettere la competitività delle case automobilistiche statunitensi. Blunt ha evidenziato che molti produttori hanno investito ingenti somme negli Stati Uniti proprio per soddisfare i requisiti di contenuto nazionale, e non dovrebbero subire le conseguenze di una misura che potrebbe ostacolare ulteriormente gli investimenti nel personale e nel settore.
Queste preoccupazioni non sono isolate. Inoltre, la situazione si complica ulteriormente quando si considerano le possibili ripercussioni delle tariffe sulla catena di approvvigionamento globale. Le aziende potrebbero trovarsi costrette a rivedere le proprie strategie di produzione, incidendo negativamente sull’occupazione e sugli investimenti a lungo termine.
Il parere delle associazioni tedesche
Non si sono fatti attendere i commenti da parte dell’Associazione tedesca dell’industria automobilistica . Quest’ultima ha espresso un chiaro disappunto per l’aumento delle tensioni geopolitiche e il crescente protezionismo. Secondo la VDA, costringere le aziende a servire i mercati in modo sempre più locale non rappresenta una soluzione vantaggiosa. Le conseguenze di tali misure, a detta dell’associazione, potrebbero sfociare in una situazione di isolamento dove a pagare saranno tutti, indipendentemente dal Paese di origine. La VDA ha sottolineato che un’azione isolazionista non trarrà benefici per nessuno nel lungo periodo e rischia di ostacolare il libero scambio, di cui l’industria automobilistica ha storicamente beneficiato.
L’associazione ha messo in guardia anche riguardo alle implicazioni pratiche di tali decisioni per le aziende, che potrebbero dover affrontare costi aggiuntivi e complicazioni nella gestione delle proprie operazioni. Questo ambiente di incertezza non fa che aumentare le preoccupazioni attorno al futuro del settore automobilistico globale.
L’Italia si prepara a difendersi
In Italia, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha colto l’occasione per esprimere le sue preoccupazioni riguardo ai dazi imposti da Trump. Ha ricordato che simili misure sono già state adottate anche dall’amministrazione Biden, utilizzandole come strumento di politica industriale per riportare la produzione nel territorio statunitense. Giorgetti ha lanciato un appello all’Europa affinché consideri l’implementazione di strategie più efficaci per tutelare le produzioni locali.
Il ministro ha richiamato l’attenzione sulla necessità di strumenti di difesa per l’industria europea, minacciata dalla crescente concorrenza proveniente sia dall’Asia sia dagli Stati Uniti. Ha proposto un uso più intelligente della tassazione ambientale come possibile rimedio, poiché ritiene che le attuali politiche siano state un errore nel contesto dell’industria automobilistica. L’appello di Giorgetti si inserisce in un dibattito più ampio sulla necessità di proteggere le produzioni locali e garantire sostenibilità e crescita per l’industria automobilistica italiana e europea.