
Il grande passato sportivo del Blasco (Facebook) - www.FlopGear.it
Pochi lo ricordano ma Vasco ha avuto a che fare con il mondo delle corse. In confronto la F1 era quasi noiosa!
Nel mondo delle corse su due ruote, pochi sanno che Vasco Rossi non è solo il re indiscusso del rock italiano, ma anche un protagonista inatteso del motociclismo agonistico. Tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000, il Blasco ha lasciato un segno tangibile come proprietario di una scuderia motociclistica che ha conquistato titoli mondiali e ha rivoluzionato la percezione delle corse in Italia.
Nel 1998 nasceva la Vasco Rossi Racing, una squadra che avrebbe fatto la storia del Motomondiale. Nel 2000, grazie a Roberto Locatelli, la scuderia si è laureata campione del mondo nella classe 125, un successo bissato nel 2002 con Arnaud Vincent. Ma il vero colpo di scena non è stato solo il titolo: è stata la partecipazione di Vasco Rossi in prima persona, che da appassionato ha deciso di investire e metterci la faccia. Fiorenzo Caponera, il team manager, ha fatto quello che sembrava impossibile, portando una delle rockstar più amate d’Italia nel cuore pulsante delle competizioni motociclistiche.
L’opinione di Vasco: “Più divertente della F1”
Vasco non è uno che si accontenta delle definizioni banali. In più occasioni ha sottolineato la sua passione per le moto, nata fin da quando non poteva permettersele, e poi alimentata fino a diventare una vera e propria ossessione sportiva. «Le corse delle moto sono molto più divertenti ed entusiasmanti della Formula 1, per me», ha detto con la schiettezza che lo contraddistingue. Un’affermazione che scuote un mondo spesso ossessionato dalle quattro ruote e che rilancia il motociclismo come vera essenza della velocità e dell’adrenalina pura.

Quello che rende la storia di Vasco Rossi e della sua scuderia ancora più affascinante è la sua visione dell’imprevedibilità come valore fondamentale. «Mi diverto solo se c’è l’imprevedibile, e la mia vita deve essere imprevedibile. Ora ho anche una scuderia, chi l’aveva previsto?» ha raccontato il Blasco, mettendo in luce come il gioco e la serietà convivano in un equilibrio raro. Per lui, tutto è importante, soprattutto quando si tratta di inseguire passioni autentiche e sfide fuori dagli schemi comuni.
La sua esperienza non è stata solo un’operazione commerciale o un vezzo da rockstar ma un vero e proprio atto d’amore verso le moto e lo sport che ha sempre amato. Oggi, a distanza di oltre vent’anni, la sua eredità nel motociclismo continua a essere ricordata come un esempio di passione, coraggio e innovazione nel panorama sportivo italiano.
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