Vincere il Mondiale dall’Aldilà: la storia più assurda di sempre della F1

La storia della F1 è ricca di campioni leggendari, ma solo uno è riuscito a conquistare il Mondiale quando era già morto.

Il motorsport è seguitissimo in tutto il mondo, poco importa che si tratti di auto o di moto e soprattutto sono tantissime le categorie nelle quali ci si può mettere in mostra. La F1 è però la competizione regina, con grandi leggende che si sono messe in luce proprie in queste gare iconiche. I rischi di queste competizioni sono però purtroppo elevati, e non sono mancati i momenti drammatici.

F1 Jochen Rindt vittoria postuma morte Mondiale 1970 Lotus
La stagione più pazza in F1 (Ansa – flopgear.it)

Tanti campioni purtroppo hanno perso la vista in pista, alcuni di essi sono stati tra i più grandi della loro epoca. Lo si vede per esempio nel caso eclatante di Gilles Villeneuve, con il canadese che è diventato forse il più grande pilota della storia a non vincere mai nemmeno un Mondiale, prima della tragica morte a Zolder nel 1982.

Un’altra dipartita che ha sconvolto gli appassionati è quella che ha coinvolto Ayrton Senna, il brasiliano che purtroppo morì a Imola l’1 maggio del 1994, quella che forse è la data nera dell’automobilismo sportivo. Da allora si è cercato di accrescere sempre di più la sicurezza per non dover più piangere la scomparsa di grandi campioni.

Il merito di questi processi legati alla sicurezza lo si deve però a una generazione che ha lottato per i propri diritti quando nessuno ne voleva concedere ai piloti. Alla fine degli anni ’60 nacquero così i “piloti latte e miele”, ribattezzati in modo ironico dalla stampa in quanto senza spina dorsale se confrontati con i loro predecessori. Peccato però che tra lui ci fu anche un campionissimo che perse la vita troppo presto.

Il caso di Jochen Rindt: campione del mondo dopo la sua morte

Uno dei principali esponenti della nuova generazione di piloti che avrebbe dovuto prendere l’eredità di leggende del calibro di Jim Clark, Graham Hill e John Surtees, era l’austriaco Jochen Rindt. Quest’ultimo era visto come un talento tra i più puri e cristallini di tutta la F1, con la Gran Bretagna che se lo coccolò per diversi anni.

F1 Jochen Rindt vittoria postuma morte Mondiale 1970 Lotus
Jochen Rindt (Wikimedia) – Flopgear

Prima la Brabham al debutto in F1, poi la Cooper, dove concluse terzo in classifica piloti, il ritorno in Brabham e infine la consacrazione definitiva in Lotus. Con la casa di Hethel vinse la sua prima gara negli USA nel 1969, ma fu il 1970 la stagione che gli permise di spiccare il volo e in quell’anno non ce n’era per nessuno.

La Lotus è sempre stata in quegli anni una monoposto molto veloce, ma allo stesso tempo anche ricca di problemi tecnici. Per questo motivo perse diversi Mondiali negli anni ’60 e in quella stagione per Rindt vi erano solo o successi o ritiri. I quattro trionfi consecutivi però gli permisero di allungare moltissimo sui rivali, su tutti la Ferrari di Jacky Ickx.

A Monza si aspettava solo il trionfo di Rindt, ma un tragico incidente gli stroncò la vita. Una notizia tragica per la F1, con l’austriaco che quando morì non era ancora campione del mondo e Ickx si stava avvicinando. Alla penultima gara il successo di Fittipaldi, il successore di Rindt, diede all’austriaco l’aritmetico titolo mondiale, ottenuto un mese dopo la sua morte.

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