Sicurezza: caschi omologati e non, cosa cambia?

Tutti i motociclisti, per legge, sono obbligati ad indossare un casco. Ma tutti i caschi che indossiamo offrono certi standard di sicurezza adeguati e sono omologati?

Quando siamo alla guida di una due ruote la sicurezza è fondamentale. Sulla strada troviamo molti tipi di conducenti di mezzi a due ruote: dal motociclista amatoriale che adora andare sui passi assieme agli amici fino a colui che utilizza lo scooter per sbarazzarsi il prima possibile del traffico per raggiungere il posto di lavoro. In ogni caso bisogna prestare una particolare attenzione ai prodotti che scegliamo per la nostra sicurezza, anche a costo di spendere quel qualcosina in più. No, nessuno dice di acquistare un casco come quello di Valentino Rossi o Marc Marquez, esistono molte combo qualità-prezzo veramente ottime.

Quando andiamo a scegliere il nostro casco è necessario accertarsi che sia omologato, ma qual è la differenza fra un casco omologato e non?

Innanzi tutto dal 1 gennaio 2021 è entrata in vigore la nuova omologazione per i caschi ad uso motociclistico, la 22-06. Il nuovo standard ECE 22-06 prevede dei nuovi test, aumentando da 5 a 12 punti d’ impatto differenti da testare alle case produttrici. Altro cambiamento è l’introduzione dell’accelerazione rotazionale, la quale serve a misurare il danno quando il casco impatta in modo tangenziale su una sporgenza.

Con la nuova omologazione ECE 22-06 non si testano solamente le parti del casco che ci proteggono la testa, ma anche la visiera! Quest’ultima è sottoposta ad un test anti proiettile per simulare un sassolino che potrebbe colpirci ad alta velocità. La visiera, per superare la prova, deve resistere ad una biglia in acciaio da 6 mm di diametro sparata alla velocità di 220 km/h.


 

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Secondo alcune statistiche la percentuale di morti su strada dopo incidenti a bassa velocità è molto elevata. Proprio per frenare questo trend è stato pensato di introdurre il test d’impatto a bassa frequenza. L’impatto avviene da una altezza di 8,5 metri, ridotti a 5,5 per la mentoniera con una velocità che si aggira sui 30 km/h, aumentando i punti d’impatto.

La precedente omologazione è sempre valida e super efficace, anche se prevede un minor numero di test. L’omologazione precedente ECE 22-05 sarà ancora utilizzabile senza scadenze, mentre le case costruttrici di caschi dovranno testare i loro modelli secondo i nuovi standard ECE 22-06 che poi dal 2023 sarà obbligatorio sul mercato.

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Quindi un casco non omologato avrà lo standard ECE 22-05?

Niente affatto! I caschi con omologazione ECE 22-05 rimangono sempre caschi molto sicuri e testati, infatti si potranno usare anche oltre il 2023. Il problema sorge quando si è in possesso di caschi privi di omologazione certificata europea; è possibile che in commercio siano presenti caschi che non hanno eseguito i test di omologazione (nel caso dell’Italia si parla sempre di omologazione ECE 22-05 oppure 22-06), in quel casco i caschi non sono approvati dalla legge italiana e potrebbero avere una resistenza all’impatto nettamente inferiore, sottoponendoci maggiormente ai pericoli della guida su due ruote. In ogni caso, un casco omologato lo si riconosce da un’etichetta posta o sul cinturino o all’interno che riporta la lettera maiuscola “E” racchiusa in un cerchio, stando ad indicare che è approvato dall’omologazione europea. Affianco di questa lettera troveremo un numero che identifica il paese nel quale il casco è stato omologato.

“Potrebbero avere una resistenza inferiore”, ma non è dato per certo che siano meno sicuri?

Può sembrare strano, ma possono esserci delle rare eccezioni. Per chiarire le idee facciamo un esempio. Il casco top di gamma della casa giapponese Shoei, in Europa si chiama “X-Spirit3” ma in America ed in Asia si chiama “X-Fourteen”, la differenza? Shoei ha progettato X-Fourteen che è stato poi omologato in America, in Asia e persino dalla FIM (Federazione internazionale motociclistica) ma non in Europa. Quindi l’azienda giapponese ha dovuto sottoporre il loro X-Fourteen alle leggi di omologazione europee, facendo nascere il famosissimo X-Spirit3. Vi chiederete quindi “Se piloti come Marquez utilizzassero il loro casco da corsa per strada, utilizzerebbero un dispositivo ‘illegale’? La risposta è si, seppur ha standard di sicurezza fra i più alti al mondo.

 

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