Addio al diesel, rivoluzione nel mondo dei motori: non ci saranno più auto

Le vetture diesel sono ancora in un polverone mediatico scoppiato con il caso noto come dieselgate del Gruppo VW. Ecco cosa accadrà in futuro.

La demonizzazione che è stata fatta sui motori diesel dopo le accuse di frode sui consumi al Gruppo VW hanno avuto delle ricadute sull’intera tecnologia che, anni prima, era stata spinta con decisione. Le soluzioni tecniche odierne garantirebbero dei livelli di sicurezza, affidabilità top e immissioni di Co2 nell’aria bassissimi, tuttavia il futuro è già scritto.

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La fine di un’era (Ansa) flopgear.it

Almeno in Europa si è decisi che dal 2035 verranno immesse sul mercato, esclusivamente, auto elettriche. Non saranno più vendute né vetture con motori diesel né a benzina, senza contare lo spreco di risorse sulla tecnologia ibrida. Questa imposizione arrivata dall’alto, in una stanza dei bottoni tra politici che poco ne sanno di mobilità su due e quattro ruote, ha generato un effetto domino allarmante. Il car market si è, letteralmente, arrestato con risvolti negativi per l’economia. Nel dubbio tra sposare, con largo anticipo, la tecnologia alla spina a spese esorbitanti oppure tenersi stretta la cara vecchia auto termica, in milioni hanno preferito la seconda opzione.

Un prodotto di qualità e desiderabile non dovrebbe essere dopato da bonus o azioni incentivanti. Si venderebbe da sola la tecnologia elettrica se fosse, realmente, voluta. E’ il mercato a determinare il successo o il fallimento di una proposta commerciale. In questo scenario gli italiani stanno tenendo duro, non fomentando l’hyper le vetture elettriche. Sarà anche per la crisi economica ed una carenza di colonnine di ricarica su tutto il territorio, ma molti italiani hanno deciso di attendere gli sviluppi anche per una questione di mentalità. Non sono disposti a recedere di un passo in ordine alla propria passione per le vetture a benzina e diesel.

Qualora, realmente, si arriverà al punto che l’auto sia un mero prodotto per arrivare da un punto A ad uno B, sarà lo sharing la risposta a tutti i problemi. Di sicuro l’intenzione di fondo sarà stata quella di eliminare la proprietà privata di un mezzo essenziale e che ha trainato le economie di intere nazioni, ma il mondo viaggia ad una velocità tale che ciò che risulta razionale oggi potrebbe non esserlo più tra pochi mesi. Intanto diversi costruttori si sono già fiondati sull’elettrico, proponendo una miriade di modelli che, raramente, si vedono sulle nostre strade. E’ la fine di un’era!

La soluzione secondo Volvo

Con l’avvento delle proprietà cinesi è iniziato un vero e proprio anno zero. La casa svedese, infatti, è rientrata nel potente Gruppo Geely, cavalcando il nuovo fronte alla spina. Volvo ha ufficialmente prodotto il suo ultimo motore diesel nello stabilimento di Torslanda in Svezia. Ad equipaggiarlo un SUV XC90 che finirà esposto in museo. Sarà scesa la lacrimuccia ai nostalgici del brand nordico, ma è finita un’era. Dal 2030 Volvo diventerà un marchio puramente elettrico.

La soluzione secondo Volvo
Volvo, l’addio di un’icona( Ansa) flopgear.it

Bisogna accettare il fatto che il mondo ha intrapreso un cammino che non prevede facili inversioni ad U. Nei Paesi del Nord Europa la transizione è già quasi completa al 100%. La XC90 con l’ultima unità diesel sarà l’emblema della tecnologia passata nel museo World of Volvo a Göteborg, in Svezia. Il 2.0 litri turbo a 4 cilindri da 235 cavalli, creato nella famiglia Volvo Engine Architecture (VEA), ha debuttato nel 2013. Per 45 anni le auto diesel del brand svedese sono state il non plus ultra. La prima sua vettura con motore diesel fu la 244 DL G6, lanciata nel 1979. Vantava un motore Volkswagen a 6 cilindri.

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